Quinta tappa (1820-1899)


Nuove Fonti per la Nostra Storia

di Daniele Mattei

Con l’acquisizione di quattro nuove unità documentarie, la Biblioteca e l’Archivio di Montalto di Castro si arricchiscono di fonti che aprono nuovi scenari sul nostro passato. Questi documenti offrono preziose informazioni su:

  • L’uso e la divisione del territorio
  • I mezzi da lavoro
  • Le preesistenze edilizie
  • La “piramide sociale” dell’azienda di campo, del procoio e della masseria.

Una Miniera di Informazioni

Tutti e quattro i documenti saranno fondamentali per la ricostruzione della storia del territorio. In questa breve presentazione, ci concentreremo sui contenuti relativi alla “Consegna data all’Affittuario Sig. Angelo Franceschetti, Anno 1881-1882”.

Come noto, le vicende della “Tenuta di Campo Pescia” hanno avuto particolari sviluppi a seguito del progetto di “Enfiteusi dello Stato di Castro e Ronciglione” promosso dal Tesoriere generale, Fabrizio Ruffo. In particolare, nel 1792, questa Tenuta fu affidata alle cure di un uomo di eccezionale profilo: Consalvo Adorno. Abate gesuita ai tempi della soppressione della Compagnia di Gesù, lasciò in eredità il cosiddetto “Dominio utile” a una figura non del tutto sconosciuta di quella intricata fase storica definita “Periodo francese”: Giovanni Gherardo De Rossi.

Per motivi non chiari, alla ricostituzione dell’Ordine gesuita (1816), De Rossi cedette il bene alla Compagnia di Gesù che, dichiarata l’incapacità nella gestione di tale “azienda”, ne rivendette l’usufrutto alla Reverenda Camera Apostolica nel 1819. A questo punto avvenne un complesso movimento finanziario che vide l’estinzione di alcuni debiti della Camera verso il Principe Torlonia e di quest’ultimo verso il Principe Boncompagni, con la cessione dell’intera Tenuta di Campo Pescia e Macchia della Pescia, nonché della famosa Masseria di pecore Merinos e Razza Adorno (ovvero la Sopravvissana).

È evidente dagli atti analizzati che il bene proseguì nel suo regolare affitto durante tutte queste transizioni. In sostanza, i vari enfiteuti e poi i proprietari non avevano alcun interesse nel gestire direttamente un bene così distante dalla Capitale e ne godevano semplicemente le rendite, affittandolo con contratti generalmente novennali o più.

Questo è proprio il caso del documento in oggetto, che si apre così:

“Con pubblico istromento in atti del Notaro Bini di Roma del 30 marzo 1881 S. E. D. Antonio Boncompagni Ludovisi Principe di Piombino concedeva in affitto al Sig. Angelo Franceschetti la tenuta di Campo Pescia in territorio di Montalto di Castro, il terreno in Contrada ‘Argento’ presso Montalto, le riservole annesse al Fabbricato del Chiarone nel territorio Toscana, fabbricati tutti esistenti nella tenuta di Campo Pescia e nel paese di Montalto non che il grande Palazzo e Cascina esistente nelle nominate riservale del Chiarone, il pascolo estivo in erbe e foglia promiscuo con bestiami dei Comunisti ovvero cittadini del Comune, (ndr) nelle Montagne poste nei Comuni di Voi S. Angelo e Monte S. Polo in Provincia di Camerino, ed infine la dote di bestiami, generi, foraggi, attrezzi, mobilia, biancheria et il tutto di proprietà del prelodato Ecc.mo Signor Principe per la durata di anni dodici (…)”.

Questi documenti offriranno dunque numerosi spunti per l’analisi storica.